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Michele Pellegrino è nato a Chiusa Di Pesio in provincia di Cuneo il 1° febbraio 1934. Scopre la fotografia all’età di trentatré anni per caso.

Da autodidatta in poco tempo impara il mestiere e inizia la professione di fotografo. Fin dal 1969 inizia ad esporre le sue fotografie e nel 1972 pubblica il suo primo libro. Negli anni seguenti, pur facendo mostre in luoghi molto importanti, ha sempre privilegiato la pubblicazione di libri fotografici che danno la possibilità di raggiungere un pubblico più vasto e facilitano la comprensione grazie all’approfondimento del testo scritto. Nel 2000, in occasione dell’anno mondiale della montagna, ha fatto parte dei dieci fotografi provenienti da ogni parte del mondo che hanno dato vita ad una mostra intitolata “cento scatti per il duemila”.

Da qualche anno è in pensione ma continua a fotografare. Al contrario di molti fotografi della sua età l’avvento del digitale non l’ha demotivato ma, anzi, ha dato nuovo vigore ad un momento di stasi.

MICHELE PELLEGRINO

 

photography

 

Biografia

 

 "Quando iniziai a fotografare, nel 1967, capii subito che l’apparecchio fotografico sarebbe stato per me uno strumento di apprendimento. La visione attraverso il mirino moltiplicava la mia ingenuità visiva ed il mondo mi appariva straordinario. Ero un po’ come il turista, che osserva estasiato le vedute di maniera del cannocchiale a gettoni. D’altra parte si sa che gli innamoramenti tardivi stravolgono spesso la realtà ed io, in quel momento, non sfuggivo alla regola. Comunque sia, un passo dopo l’altro, maturò in me la consapevolezza che la fotografia mi avrebbe aiutato, non solo a veder il mondo con occhi diversi, ma anche a capire me stesso. Come in tutti i mestieri il percorso è stato difficile e accidentato, ed ebbi più volte il timore di fallire. Mi rendevo conto che era relativamente facile sedurre lo spettatore con delle belle immagini sentimentali , mentre era molto più difficile realizzare nel tempo un progetto per raccontare una storia. Adesso le fotografie sono di fronte a voi e quello che vedete appeso alle pareti è il lavoro di una vita, la mia vita. Ancora una volta provo l’emozione di una scommessa con me stesso, non mi presento a voi per cercare il consenso, che pure è necessario, ma con il desiderio di sollecitare la vostra curiosità per un lavoro che mi ha permesso di avvicinarmi a domande fondamentali quali, chi siamo e da dove veniamo".

                                                

                                                 Michele Pellegrino

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