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MICHELE PELLEGRINO

 

photography

 

MICHELE PELLEGRINO

 

photography

 

I Luoghi dell'Acqua

 

Testi di Giuseppe Garimoldi e di Nino G. Gualdoni

 

"Michele Pellegrino è un uomo profondamente legato alla sua terra ed è alle sue radici di cuneese che fa costantemente ricorso per trarre ispirazione nella sua professione di fotografo. Per questo il suo modo di raccontare la montagna, attraverso la fotografia, fluisce in maniera così chiara e naturale. Per questo l’uso raffinato della tecnica, costantemente perseguito nelle sue immagini, non è mai un fine, ma solo un mezzo, importante ma non determinante, al raggiungimento del risultato. Momento fondamentale dell’operazione fotografica è quello della scelta, il fotografo isola per noi, a sua totale discrezione, l’immagine dal contesto che la circonda e, attraverso a quell’unica fotografia, suscita, in chi osserva la fotografia a operazione compiuta, le riflessioni e le emozioni dell’intero racconto. Forse, e più semplicemente, è la capacità di entrare in sintonia con l’ambiente. Anni or sono, Giorgio Bocca ebbe a scrivere in apertura ad un libro di Pellegrino: ”se c’è il sentimento ti ricordi le cose nei loro minimi particolari, negli odori, nei sapori, nel caldo e nel freddo, nella luce tagliente di un crepuscolo o in quelle piene del meriggio”.

Giuseppe Garimoldi

 

"Certo è difficile rendere partecipi di un processo di conoscenza che si sta seguendo, ma questa è una delle più belle scommesse da affrontare per un fotografo, e questo è secondo noi la grande forza delle fotografie di Pellegrino. Queste fotografie nascono da quanto di più privato ci possa essere: i vissuti personali, i ricordi, le sensazioni, la grande e indescrivibile dimensione dell’amore, gli affetti e i legami con i luoghi, la propria storia, eppure sono immagini davvero pubbliche, che si offrono a tutti a porte aperte, invitando chiunque al confronto. E non è finita: sono immagini che riescono a rendere partecipe il loro rimirante del lungo processo di conoscenza che dietro vi si nasconde."

Nino G. Gualdoni

 

 

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